Orlando Paris, Federica Brachini, Cecilia Valenti Il lato oscuro del linguaggio
Le discipline filosofiche si sono interrogate in diversi momenti
della loro storia e con diversi approcci metodologici sulle categorie concettuali di “odio” e “violenza”, e in molte occasioni lo
hanno fatto a partire dalle istanze della contemporaneità. Una
delle declinazioni più attuali di questo filone di ricerca vede impegnate le discipline filosofico-linguistiche nel misurarsi con
l’odio discorsivo e la violenza verbale. Anche in questo caso la
necessità di guardare a questi fenomeni con occhio e metodologia scientifica è emersa a causa della rilevanza di queste
dinamiche nel mondo contemporaneo. Di fatto i discorsi d’odio
sembrano essere diventati un vero e proprio fenomeno sociale
in grado di mettere in crisi la dialettica pubblica e, di conseguenza, la vita democratica di un intero paese: discorsi razzisti,
denigratori, intolleranti, che fino a poco tempo fa sarebbero
stati stigmatizzati pubblicamente, vengono oggi socialmente
accettati e trovano una diffusione che non si fatica a definire
virale. Una dinamica discorsiva che si manifesta in tutta la sua
forza quando anche le istituzioni, che dovrebbero garantire
una sana dialettica pubblica, diventano esse stesse fonte di regimi discorsivi d’odio. Nell’intervento si perlustrerà proprio questo lato oscuro del linguaggio, quel lato che trasforma le parole
e i segni in armi affilatissime.